Negli ultimi anni, in Italia il fotovoltaico a terra e l’agrivoltaico hanno registrato una crescita significativa, offrendo nuove opportunità economiche per i proprietari di terreni agricoli. Il mix tra affitto, vendita o soluzioni ibride come l’agrivoltaico può portare a redditi rilevanti – ma quali sono le opzioni migliori? Scopriamolo.
1. Affitto, vendita o agrivoltaico? Tre scenari a confronto
Le principali possibilità per chi possiede campi agricoli sono:
- Affitto: si concede il terreno a un operatore energetico o a una comunità energetica per 20–30 anni.
- Vendita: si cede definitivamente il fondo all’azienda.
- Agrivoltaico: pannelli sopraelevati permettono il proseguimento dell’attività agricola sotto, generando un doppio reddito.
Ogni opzione ha pro e contro dal punto di vista economico, ambientale e giuridico.
2. Numeri aggiornati per l’Italia
Canoni di affitto (fotovoltaico a terra)
- In media tra 1.500 €/ha e 3.000 €/ha/anno, con punte fino a 4.000 €/ha in zone strategiche (vicinanza alla rete o alta insolazione)
- In aree specializzate come il Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio e Sicilia i canoni per DDS arrivano tra 3.500 e 5.600 €/ha/anno
Prezzi di vendita
- Terreni agricoli destinati al fotovoltaico: 2–3 €/m² (20.000–30.000 €/ha), con valori che possono arrivare a 4–7 €/m² per terreni industriali
- In età reddituale, si osservano punte fino a 5 €/m² (~50.000 €/ha) in condizioni ottimali
Agrivoltaico
- Il CAPEX (costi d’installazione) può essere del 26% superiore rispetto al fotovoltaico a terra, ma l’OPEX (costi operativi) è più basso, rendendo l’LCOE solo circa il 10% in più
- Incentivi PNRR e contributi ENEA favoriscono impianti agrivoltaici, con l’obiettivo di raggiungere fino a 1,5 GW installati entro il 2030
3. Contratti: cosa devi sapere
Quando si negozia con un operatore, è fondamentale prestare attenzione a:
- Superficie minima: spesso non inferiore ai 5–10 ha, ma alcune piattaforme richiedono almeno 2 ha
- Durata: tipicamente 25–30 anni, rinnovabili per 5 anni .
- Diritto di superficie (DDS): consente all’operatore l’uso esclusivo per tutta la durata.
- Registrazione del contratto: obbligatoria all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni, con imposta di registro dello 0,5% (minimo 67 €)
- Prelazione agraria: gli affittuari agricoli storici possono vantare il diritto di prelazione per l’acquisto o rinnovo.
- Clausole fondamentali: recesso, responsabilità, garanzie fideiussorie, rimborso danni, obblighi di ripristino alla fine del contratto.
4. Agrivoltaico: il connubio agricolo‑energetico
L’agrivoltaico consente di:
- continuare a coltivare sotto i pannelli elevati (2–6 m),
- beneficiare dell’ombreggiamento per ridurre l’evaporazione,
- ottimizzare costi operativi e sfruttare incentivi specifici
Il doppio reddito (vegetale + energetico) rappresenta un modello sostenibile e profittevole.
5. Aspetti fiscali e incentivi
- Il reddito da affitto agricolo è esente IRPEF, tassato solo sul reddito dominicale
- Contributi PNRR, fondi europei e incentivi ENEA coprono parte del costo di impianti agrivoltaici
- IVA agevolata e deduzioni IRPEF possono incidere positivamente sul conto economico.
6. Consigli concreti per il contadino
- Valuta il terreno: verifica catasto, vincoli, distanza da cabine, qualità del suolo.
- Accertati della titolarità e dei diritti di affittuari passati.
- Esamina i contratti: autorizzazioni, DDS, garanzie, rimborso e ripristino.
- Scegli operatori affidabili, che dimostrino progetti già realizzati in Italia.
- Fatti riconoscere o prevedi clausole per la prelazione in caso di vendita o trasferimento.
Per concludere…
Il fotovoltaico (e soprattutto l’agrivoltaico) offre ai proprietari italiani di terreni agricoli un’opportunità concreta di reddito stabile e sostenibile, con guadagni ben superiori a quelli della sola coltivazione tradizionale.
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